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Autore A HISTORY OF VIOLENCE di David Cronenberg
Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 24-12-2005 13:25  
quote:
In data 2005-12-24 12:44, kubrickfan scrive:
premetto che il grande david e' per me un icona del cinema e ho adorato i suoi precedenti lavori,inseparabili su tutti e poi via via gli altri,compreso il tanto ostico pasto nudo.ho un grosso timore vedendo pero' perdere ( non cambiare perche' in fondo diro' una bestemmia ma un film simile john woo poteva girarlo uguale se non meglio)e annacquare il senso filmico di un grande regista visionario con un lavoro di basso profilo come questo ( stereotipi a valanga,macchine nere e vestiti neri ai cattivi su tutti )dove ogni scena e'susseguente all'altra senza brivido, senza cronenberg style entrarmi come un demone sotto la pelle.Lasciando perdere eventuali buchi di sceneggiatura( aveva un poligono di tiro per allenarsi?la moglie non sapeva nulla? da come ha reagito nel bar doveva probabilmente aver usato armi fino a )ieri...non da tanto tempo)di cui possiamo aprlare nei prossimi post,credo e spero che david abbia fatto un lavoro meno off per attirare un pubblico piu' vasto per avere fiducia in un lavoro futuro piu'consono a lui.non vedo altro motivo di virare cosi' la propria carriera dopo anni di film estremi .

Ragionando in questi termini dimostri di esserti focalizzato soltanto sulla superfice di un film che ha invece tutto al suo interno ciò che vuole esprimere. Come tu stesso affermi il film è meno visionario e più realistico del solito per Cronenberg, non vedo perchè parlare di buchi nella sceneggiatura quando non comprendi che l'apparenza stessa è la facciata della realtà visionaria del film. Nei precedenti lavori di Cronenberg comparivano diversi buchi narrativi, ma passavano in secondo piano di fronte alla portanza visionaria del film. Ciò dimostra che tu come tutti quelli che avranno da criticare la coerenza narrativa di HOV non si saranno minimamente interessati a comprendere il lato metaforico che sta dietro alla parvenza realistica e minimale. Non ci sono esplosioni di carne o focalizzazioni psicopatologiche particolari in HOV, è facile cercare solo quelle nel cinema di Cronenberg, dimostrando di non valorizzazre in questo modo il lavoro intimistico e umanistico più consapevole di taluni altri film di Cronenberg.
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La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

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LucyVP03


Reg.: 29 Lug 2003
Messaggi: 938
Da: Roma (RM)
Inviato: 24-12-2005 15:31  
quote:
In data 2005-12-24 12:44, kubrickfan scrive:
premetto che il grande david e' per me un icona del cinema e ho adorato i suoi precedenti lavori,inseparabili su tutti e poi via via gli altri,compreso il tanto ostico pasto nudo.ho un grosso timore vedendo pero' perdere ( non cambiare perche' in fondo diro' una bestemmia ma un film simile john woo poteva girarlo uguale se non meglio)e annacquare il senso filmico di un grande regista visionario con un lavoro di basso profilo come questo ( stereotipi a valanga,macchine nere e vestiti neri ai cattivi su tutti )dove ogni scena e'susseguente all'altra senza brivido, senza cronenberg style entrarmi come un demone sotto la pelle.Lasciando perdere eventuali buchi di sceneggiatura( aveva un poligono di tiro per allenarsi?la moglie non sapeva nulla? da come ha reagito nel bar doveva probabilmente aver usato armi fino a )ieri...non da tanto tempo)di cui possiamo aprlare nei prossimi post,credo e spero che david abbia fatto un lavoro meno off per attirare un pubblico piu' vasto per avere fiducia in un lavoro futuro piu'consono a lui.non vedo altro motivo di virare cosi' la propria carriera dopo anni di film estremi .



Ma xchè dovete sempre cercare il pelo nell'uovo?
Nn mi riferisco solo a questo film, ma a tanti altri topics.
Va bene, ci sono dei casi di film scritti con i piedi, in cui la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti e io stessa ho spesso sottolineato certe assurdità del copione... Sarò ingenua, o sarà che quelle 2 ore che sono al cinema mi faccio prendere completamente da ciò che vedo sullo schermo, ma io nn mi scervello su quanto nn viene mostrato sullo schermo.
Da quel poco che si evince dalla trama Joey era stato una bella personcina prima di diventare Tom: ha ammazzato chissà quante persone, ha conciato x le feste Ed Harris, con una bestialità sopraffina oltretutto, si è scopato una tizia davanti a tutti in un bar... probabilmente nn era molto diverso dai due ceffi della rapina. Il fatto che a distanza di anni usa le armi e le mani con tale agilità e scopi sua moglie con quella brutalità significherà che nonostante le apparenze e le finzioni la sua natura nn è molto cambiata.
Mi rendo conto che i miei commenti sono terra terra: vorrei avere la parlantina di Cronenberg di cui condivido tutto quello che ha scritto!
In quanto hai cattivi men in black, anche questo particolare a me nn mi ha "turbato" x nulla. Ma nn conoscendo il regista io sono entrata in sala senza grandi pretese, e ne sono uscita soddisfatta. Forse i suoi ammiratori + sfegatati si sono sentiti traditi.
Cmq da quanto ho letto la filmografia di C. è focalizzata soprattutto sul tema dell'identità, dunque xchè nn leggere anche questo film concentrandosi soprattutto su questo tema tanto evidente: i cattivi della storia, William Hurt, sono sì stereotipati, ma proprio xchè, secondo me, a C. nn interessano affatto... sono funzionali alla trasformazione di Viggo!

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Io dunque sono figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà...
Pirandello

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 24-12-2005 16:27  
Mostrare il passato del protagonista senza l'uso del classico flashback è una sciccheria.

Meglio di Cronemberg nessuno potrebbe analizzare un film di Cronemberg...cmq grandissimo film.
_________________
Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 24-12-2005 19:19  
quote:
In data 2005-12-24 15:31, LucyVP03 scrive:
quote:
In data 2005-12-24 12:44, kubrickfan scrive:
premetto che il grande david e' per me un icona del cinema e ho adorato i suoi precedenti lavori,inseparabili su tutti e poi via via gli altri,compreso il tanto ostico pasto nudo.ho un grosso timore vedendo pero' perdere ( non cambiare perche' in fondo diro' una bestemmia ma un film simile john woo poteva girarlo uguale se non meglio)e annacquare il senso filmico di un grande regista visionario con un lavoro di basso profilo come questo ( stereotipi a valanga,macchine nere e vestiti neri ai cattivi su tutti )dove ogni scena e'susseguente all'altra senza brivido, senza cronenberg style entrarmi come un demone sotto la pelle.Lasciando perdere eventuali buchi di sceneggiatura( aveva un poligono di tiro per allenarsi?la moglie non sapeva nulla? da come ha reagito nel bar doveva probabilmente aver usato armi fino a )ieri...non da tanto tempo)di cui possiamo aprlare nei prossimi post,credo e spero che david abbia fatto un lavoro meno off per attirare un pubblico piu' vasto per avere fiducia in un lavoro futuro piu'consono a lui.non vedo altro motivo di virare cosi' la propria carriera dopo anni di film estremi .



Ma xchè dovete sempre cercare il pelo nell'uovo?
Nn mi riferisco solo a questo film, ma a tanti altri topics.
Va bene, ci sono dei casi di film scritti con i piedi, in cui la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti e io stessa ho spesso sottolineato certe assurdità del copione... Sarò ingenua, o sarà che quelle 2 ore che sono al cinema mi faccio prendere completamente da ciò che vedo sullo schermo, ma io nn mi scervello su quanto nn viene mostrato sullo schermo.
Da quel poco che si evince dalla trama Joey era stato una bella personcina prima di diventare Tom: ha ammazzato chissà quante persone, ha conciato x le feste Ed Harris, con una bestialità sopraffina oltretutto, si è scopato una tizia davanti a tutti in un bar... probabilmente nn era molto diverso dai due ceffi della rapina. Il fatto che a distanza di anni usa le armi e le mani con tale agilità e scopi sua moglie con quella brutalità significherà che nonostante le apparenze e le finzioni la sua natura nn è molto cambiata.
Mi rendo conto che i miei commenti sono terra terra: vorrei avere la parlantina di Cronenberg di cui condivido tutto quello che ha scritto!
In quanto hai cattivi men in black, anche questo particolare a me nn mi ha "turbato" x nulla. Ma nn conoscendo il regista io sono entrata in sala senza grandi pretese, e ne sono uscita soddisfatta. Forse i suoi ammiratori + sfegatati si sono sentiti traditi.
Cmq da quanto ho letto la filmografia di C. è focalizzata soprattutto sul tema dell'identità, dunque xchè nn leggere anche questo film concentrandosi soprattutto su questo tema tanto evidente: i cattivi della storia, William Hurt, sono sì stereotipati, ma proprio xchè, secondo me, a C. nn interessano affatto... sono funzionali alla trasformazione di Viggo!



Direi proprio che sezionando gratuitamente un'opera che non ha pretese di innovazione istrionica o di originalità dei "tipi" si perda di vista il vero punto cardine concettuale del film, come hai giustamente affermato: l'identità. Che poi l'identità passi indirettamente in altre veci all'interno degli altri lavori di Cronenberg, che comunque prevedono una analisi come detto "esteriore" della fisionomia umana più che dell'identità dell'anima, è un'altro discorso. HOV invece procede diversamente, innanzitutto unifica il concetto di violenza all'intera umanità e alla percezione che essa ha dello stesso tema. Proprio come hai detto, il colore nero personifica i "cattivi" che noi tutti riconosciamo nella sfigurazione e nel mistero, anche nel portamento che affascina i nostri occhi. Non a caso Tom apprende lentamente che il passato lo sta pedinando, prima con richiami dell'incubo, nomi fasulli e preoccupazioni inconsce e poi con il duello nel sangue, che svela quindi l'identità della violenza e la sua presonalità. Anche quando percepiamo con Tom la violenza, subentra il patetico, questa smette di affascinarci e comincia a metterci paura, a disseminare il suolo familiare di insicurezze e alienazione rappresentate dalle armi puntate e dal sangue che sgorga.
L'istinto alla violenza comprendiamo quindi fare parte di noi stessi, del nostro DNA, e le pistole non sono altro che un surrogato, un'estensione dell'agilità anatomica dedita al perseguire e celare a se stessa violenza. La violenza non ha bisogno di allenamento, se vogliamo razionalizzare il discorso alla discussione precedentemente affrontata, la violenza è qualcosa di presente e vicino, pronta ad esplodere in ogni momento. Mentre si dialoga in un caffè una parola e un ricordo possono materializzare questo concetto così astratto e apparentemente lontano di violenza, senza che occorrà bravura o dimestichezza con l'arma, che non è la violenza vera e propria. L'arma è medium e convenzione del tempo, spada o pistola che sia è la violenza istintuale a levarla in alto.
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La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 24-12-2005 19:27  
quote:
In data 2005-12-24 16:27, oronzocana scrive:
Mostrare il passato del protagonista senza l'uso del classico flashback è una sciccheria.

Meglio di Cronemberg nessuno potrebbe analizzare un film di Cronemberg...cmq grandissimo film.


Comunque è davvero notevole se ci si prova a pensare, che attraverso il presente trascorrente, il cancellarsi delle ore, noi scopriamo meglio di ogni altro il passato di una persona. Che si riassuma in un divagare senza meta nel deserto è un discorso, ma che sia la violenza del presente a ricondurci alla violenza del passato, causata da pulsioni e sentimenti diametralmente opposti tralaltro, è incredibilmente interessante...
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René Descartes

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willoz

Reg.: 08 Mar 2004
Messaggi: 3701
Da: trento (TN)
Inviato: 25-12-2005 00:30  
Capolavoro.
L'unica cosa che mi sento di dire per ora.
Mi sento di aggiungere solo che chi non l'ha aprezzato non ha mai compreso appieno la cinematografia di Cronenberg.
Grande cinema.
_________________

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 25-12-2005 09:45  
ho letto le vostre argomentazioni con molto interesse ,le trovo molto interessanti ma , giustamente e ovviamente come voi nelle mie,in questo film non mi ci ritrovo nessuno spunto di interesse.La trama dell'uomo ora onesto e con un passato che non lo abbandona e' un tema nel cinema gia' sviluppato piu' volte ( anche nei film western),quindi nessun capolavoro perche' il capolavoro e' la prima di tutte le idee( primo=capo),la trama comunque non e' elaborata dal grande david(e' tratta da un fumetto )e la elaborazione manca di ogni cifra stilisca dell'autore o di nuove interessanti prospettive.Io credo che se la firma di questo film non fosse fatta da un icona del cinema giustamente incensata per i suoi lavori passati non saremmo neanche qui a parlarne, e hov sarebbe solo l'ennesimo filmetto di serie b di allan smithee...

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 25-12-2005 10:10  
Trovo che sia fuori luogo prima di tutto emettere sentenze di questo tipo, visto che definizioni assolute non ne esistono e come ben sai il film non è un "filmetto di serie b", e poi contesti chi lo definisce capolavoro... In questa maniera degradi un opera che, anche se da te stranamente non apprezzata minimamente, rimane oggettivamente più che dignitosa. Se vuoi mantenere la tua idea senza considerare le nostre sei liberissimo di farlo, ma in questa maniera ostinata di contestare ogni considerazione non favorsci la discussione, bensì la annienti.

Comunque come David ha quasi sempre fatto durante la propria carriera, attinge la sceneggiatura da un libro, in questo caso una graphic novel, riaddattandola con l'iserimento di nuove scene. Questa volte in fase di pre-produzione sono state riviste alcune parti con l'attore Viggo Mortensen. Lo script non è quindi essenzialmente frutto dello sceneggiatore Josh Olson, ma è stato preso in considerazione e riveduto da un regista che era significativamente interessato ad esso, come accade nella stragrande maggioranza dei casi.
Proprio perchè i canoni stilistici sono stati ripresi, Cronenberg parafrasa l'intera opera ad un ambiente passato come quello del far west, tra i più "spietati" e violenti che siano mai esistiti. E' facile vedere nel caffè un vecchio saloon, dove la violenza classicamente interviene, e nel viaggio finale di Tom una cavalcata verso "un conto da saldare". Nulla è un caso in questo film, non si tratta di ripresa canonica di qualsivgoalia tema stantio nella storia del cinema, bensì di analisi antropologica dell'uomo all'interno di scenari ripetibili dove la violenza ha le fattezze della protezione familiare, del passato e dell'identità. Temi oltremodo importanti e perpetui, ammettiamo affrontati diversamente dal solito da Cronenberg, ma così vicini e interiori da esplodere proprio nei contesti che meglio conosciamo...
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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 25-12-2005 13:56  
assolutamente cronenberg,le vostre argomentazioni mi entrano le esamino e le considero,anche perche' sono ben circostanziate e spiegate,e il fatto che siamo qui a parlarne vuol significare non una sterile e inutile voglia di polemica ( il film a quanto pare non e' piaciuto a me e pochi altri)ma una voglia tremenda di capire perche' un autore che amo tanto come david si e' cimentato con una storia tanto qualunque,dove artisti e registi si sono gia' cimentati in passato,hanno dato angolazioni di pensiero uguali,hanno gia ' sviscerato.QUESTO lo accetto da un alan smithee qualunque, non da lui,e mi sembra che il fatto sia pericoloso perche' potrebbe essere segno di un decadimento...come successo a carpenter( autore assolutamente inferiore a portata di david che pero' ci ha dato notevoli film per poi con il passare del tempo e allineandosi alle mode si e' assoltuamente perso con film inutili),questo e' il mio pensiero,puo' essere un incidente di percorso ovvio o un film marchetta per raggranellare soldi per un progetto dei suoi che non attira major e pubblico....direi che abbiamo ben delineato i contorni del pro e contro hov,e onestamente vorrei riuscire a trovare tanti spunti come quelli che mi avete suggerito ,ma per me sono spunti dati gia' da altre opere che nel canale del mio immaginario collettivo fatte da un autore normale sono un accademico lavoro insegnato dal passato,nel caso di cronenberg sono una delusione.comunque no problem, il suo prossimo lavoro mi ridara' le gioie di existenz,inseparabili,la mosca ,il pasto nudo, scanners,e tutte le meravigliose opere oniriche che mi accompagneranno durante la mia vita ,sue e di tutti i grandi come lui.

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 25-12-2005 16:19  
Comprendo ma non condivido in toto la tua opinione, in quanto il continuo calcare sul fatto che tale plot sia stato più volte bistrattato in molto precedente cinema, sottintende chiaramente che tu ti sia fermato all'apparenza di HOV. Infatti tutti gli spunti cui ci siamo riferiti in queste pagine hanno ragione di essere in quanto congettura continua ed evasiva proposta dal film stesso. Più volte i personaggi, gli ambienti e la violenza formale si rivolgono a "qualcosa d'altro" che era comunque già segnalato proprio in film come Scanners, La zona morta, M.Butterfly e Spider. La scenografia classica di Cronenberg a cui sembri essere particolarmente affezionato, qui viene a mancare in favore di un riferimento cinefilo e storiografico della violenza.
Per questo ribadisco che il contesto scenico valorizza anche questa volta e a differenza della maniera solita un tema necessario e filologico nella filmografia cronenberghiana, come chiaramente quello della la violenza.
In questo senso parlare di opera distensiva o che il regista ha realizzato solo per raggranellare pecunie appare letteralmente fuori luogo.
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René Descartes

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Nightflier

Reg.: 31 Ott 2005
Messaggi: 454
Da: Milano (MI)
Inviato: 26-12-2005 10:02  
Ho già voglia di rivederlo..

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willoz

Reg.: 08 Mar 2004
Messaggi: 3701
Da: trento (TN)
Inviato: 26-12-2005 12:12  
Mi spiace...
erano anni che non mi godevo un film come ho fatto con HoV...
e con rammarico leggendo qua e la il topic mi è capitato di leggere dei commenti piuttosto superficiali e dettati dalla frettolosità...,
e devo dire che che mi spiace non poco dato l'indubbio valore dell'ultimo lavoro di Cronenberg.
Fatta questa premessa vorrei soffermarmi solamente su un paio di punti che ritengo fondamentali per riuscire a cogliere lucidamente alcuni dei passaggi fondamentali che rendono unico ed enormemente per sonale un film come HoV.
Parlo da spettatore di Cronenberg non da fan accanito...ho aprezzato molti suoi film ma non al punto di determinare una non obiettività di giudizio,questo mi ha permesso di cogliere sinceramente alcune scelte di campo.. in modo genuino..almeno spero,
sostanzialmente credo che il punto fondemantale che fa grandeggiare il lavoro di Cronenberg sia il suo magistrale uso dei tempi cinematografici,esaltati sovrammisura in HoV,
le sequenze iniziali sono qualcosa di veramente"grosso"..l'uso del silenzio,la capacità di creare un'aspettativa che puntualmente non viene delusa,la scelta perfetta di personaggi e situazioni sono qualcosa che palpabilmente hanno richiesto un grosso lavoro,ci si rende conto da subito che la semplicità non è cosa da tutti,ci si rende conto subito che ci si trova davanti ad un lavoro che ha una marcia in piu,proseguendo nella visione del film viene a galla tutto il resto la scelta felice di Mortensen e della Bello,il primo aprezzabile secondo me piu ad una seconda visione,innegabile come le sue poche espressioni riescano a far cogliere i conflitti interiori del protagonista,Mortensen sembra sotto ipnosi,completamente inserito nella storia riesce a cogliere appieno l'anima del personaggio caratterizzandolo al meglio e donandogli un'aura di credibilità mista ad onnipotenza veramente notevoli..sinceramente pur avendolo aprezzato in film minori (guardatevi -The passion of Darkly Noon o -Riflessi sulla pelle- di Ridley...),non mi sarei immaginato riuscise a fare tale lavoro.
La Bello unica caratterista fine a se stessa,ottima.
Che dire di Ed Harris? dico solamente che la funzione di caratterista che gli viene data oltre a non sminuirlo addirittura lo esalta portandolo ad una delle interpretazioni del ruolo piu degne di nota degli ultimi anni,discorso che vale anche per Hurt in un ruolo inusuale cui la bontà della riuscita è sicuramente da addebitare oltre all'esperienza dello stesso ma anche alla convinzione di trovarsi di fronte ad un lavoro con cui poteva trasmettere qualcosa,anche con poche inarcate di sopracciglio...
Non so..a me è ha rapito dall'inizio alla fine,l'uso magistrale del ritmo,la scelta felice di alternare violenza e sensibiltà estrema,la contrapposizione tra famiglia originale e famiglia acquisita,il pesante ruolo della colonna sonora,l'uso subliminale della fotografia (soffermatevi attentamente sull'uso dei colori enfatici dosati sapientemente e della luminosità ,ma soprattuttto sulle scale dei "grigi"neutri che caratterizzano alcune scene)...
Un film attualissimo ma allo stesso tempo d'altri tempi paralleli col grande cinema si sprecano pur mantenendo un'autenticità ed un'originalità prerogativa unica dei grandi autori.
Sarò semplicistico ma la sola visione del finale dovrebbero rendere grazia a tutto il lavoro..
scusate se è poco.
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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 26-12-2005 12:32  
Sono d'accordo con te Willoz, in molti abbiamo cercato di denotare al meglio la qualità tecnica che emerge da ogni fotogramma del film. Come giustamente citi, la prima sequenza è dotata di una incredibile tensione e profondità dei ritmi e degli spazi. La macchina che avanza, i dialoghi oscuri dei due che si riferiscono a qualcosa di ben preciso, ma che noi intendiamo solo con le figure morte all'interno del locale. Chiaramente è azzeccatissimo l'ultilizzo di una così particolare logica causa-effetto, che sembra sublimata da diverse tipologie psico-caratteriali di (in)consapevolezza della violenza. Ogni personaggio reagisce diversamente ad un contesto di così efferata violenza, e proprio per questo il film è permeato da un un senso psicologico che tende a scavare nelle parti più oscure della vulenrabilità umana, proprio quelle dedicate alla violenza.
Le interpretazioni dell'intero cast rendono un'immagine più che credibile, iper-realista della violenza umana, e in fase di montaggio Ronald Sanders ha colto perfettamento l'intento comunicativo tantopiù freddo e spietato che disturbante e imperfetto. E' un film perfettamente cilindrico, ultimo e perfetto, che non lascia fiatare dall'inizio alla fine come non solo tu hai notato. Realizza anche l'utopia ormai non più perseguita dell'intrattenimento d'autore, se vogliamo. HOV è un film molto personale, ma che riesce proprio attraverso la grande sensibilità di cui il regista ed il film sono dotati ad arrivare a tutti, a suggestionare e far riflettere anche le masse come pochissimo altro cinema oggi è in grado di fare.
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René Descartes

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 26-12-2005 16:58  
senza cadere nel banale e senza diventare trito e riutilizzato( come hov) voglio solo premettere che almeno da parte mia i miei giudizi sul film sono assolutamente ponderati e non superficilai e neppure frettolosi.poi ognuno rimane della sua idea,questo e' ovvio, stiamo solo misurando le varie opinioni per trarne il succo maggiore.questa di david e' un'opera riciclata, dove l'uso di camera e mezzi filmici sono gia' visti e strausati ( l'uso del silenzio era gia' in atto dal grande alfie),la recitazione sopratutto di hurt e' pessima , l'uso della violenza banale ( quante volte avete rivisto henry pioggia di sangue allora?li' aveva la misura della vera violenza),le situazioni oltre ai buchi di logica ( come si diceva e va passiamogli sopra...),che ne ho visti almeno due clamorosi come il fatto che lui non si neghi alle fotografie e non scappi dal paese con quel poliziotto da operetta che tanto va d'accordo....che dire dell'incontro tra ed harris e la bambina ? quante volte...c'e' troppo cinema riusato,troppo per un genio come cronenberg, e oltretutto riusato male.comunque ragazzi ho scritto queste cose per dimostrarvi che il mio non era un giudizio frettoloso ma ponderato.deluso piu' che altro...rispetto pienamente il vostro argomentato punto di vista ( non concordo ovvio) come voi non concordate con il mio , ma voglio dimostravi di aver ben riflettuto e esaminato il film.
spero di non aver esasperato i toni ma trovo sbagliato sentirmi dire del superficiale quando vivo di cinema da una vita e di ogni film stiamo con amici ( altri 5 delusissimi da hov )a parlare approfonditamente.
poi le opininoni non possono sempre convergere, e il bello e' anche questo,come spero in un futuro di essere tutti e tre entusiasti commentatori di un nuovo film di david.

[ Questo messaggio è stato modificato da: kubrickfan il 26-12-2005 alle 17:07 ]

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pensolo

Reg.: 11 Gen 2004
Messaggi: 14685
Da: Genova (GE)
Inviato: 26-12-2005 17:05  
Visto ieri sera.

E' un grande film.


Nella linea del regista.

Ci ho trovato alcuni temi kubrickiani..sicuramente ben recitato ma soprattutto sempre con uno sguardo attento rivolto alla psicologia dei personaggi..in questo Cronenberg ha pochi rivali

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